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Si può conoscere un artista in 10 domande??

20.01.2013 11:09
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10 DOMANDE A..... PAOLO MIANO

05.06.2014 11:42

I miei primi ricordi da cantante risalgono a quando cantavo "Chissà se va" e "MontagneVerdi" sulle ginocchia dei miei, e poi con il coro della scuola. Scherzi a parte, ho cominciato ad appassionarmi veramente alla musica da adolescente, grazie all'inevitabile incontro con i grandi del rock, i Doors, i Led Zeppelin, i Rolling Stones. E poi il metal, con gli Iron Maiden sulla cresta dell'onda e i Metallica agli esordi con la loro rivoluzione thrash. Eh sì, davvero tanto tempo fa. Naturale allora farsi regalare la prima chitarra e, un paio di anni dopo, formare il primo gruppo, gli Anderson Council, comborock blues in cui cercare di emulare le gesta dei miei idoli canori, Robert Plant e Ian Gillan su tutti. Poi venne l'hard rock dei Nervous Breakdown e successivamente la svolta alternative con gli Uncle Fester e già eravamo nel pieno della stagione d'oro del movimento rock catanese. Dopo il loro scioglimento poco o nulla, l'inizio di una vita come tante, un lavoro in azienda, le uscite con gli amici, un momento di stacco dalla musica lungo 10 anni. Ma non si può tradire troppo a lungo la propria natura, quindi nel 2006 ritorno a cantare, inizialmente per puro diletto, poi con l'intenzione di riprendere il filo del sogno interrotto, fare della musica la propria professione, perchè di questo si tratta, un'”arte” come tante, il proprio modo di stare al mondo, offrendo ciò che ci viene meglio e ci piace di più. Un ritorno con la forza della maturità, nuove idee, nuove motivazioni, nuovi suoni in testa e l'abbattimento di ogni barriera fra una musica e l'altra. Un nuovo atteggiamento che origina dalla ricerca di ciò che più autenticamente possa presentarvi quello che sono io, Paolo Miano, come persona. La ricerca di quella che gli scrittori chiamano “la propria voce”. Perchè la spontaneità non si improvvisa. Una ricerca che continua ancora, nella tensione costante di offrirvi sempre nuove sfaccettature di me. 

Lo scorso inverno Paolo è uscito in Spagna con “Como me va” la versione in castigliano del singolo “Come si fa” contenuta nell’album Kokorozashi. Il singolo ha avuto molto successo, tanto da portare Paolo a firmare con Produlam per la pubblicazione dell’album in spagnolo su distribuzione Warner. Attualmente Paolo è impegnato nell’adattamento di tutti i brani in lingua spagnola e, questo venerdì, uscirà in Spagna con il secondo Singolo “Cada persona común”. In Italia invece è in rotazione con il singolo “Scaramucce”.

 

 

1. Quando hai sentito il bisogno di dedicarti alla musica?

Cantare mi è piaciuto sin da bambino. Da adolescente ho fatto l'incontro di prassi con le icone del rock e da lì è nato tutto.

 

 

2. Chi ti ha sostenuto nella tua scelta?

E' stato difficile ma adesso sono sostenuto praticamente da tutti quelli che mi vogliono bene. Il mio percorso non è stato lineare, ho prima lasciato la musica per un lavoro regolare e poi ho mollato quest'ultimo per tornare alla musica, quindi mi rendo conto che visto dall'esterno devo essere sembrato un po' folle, hehehe

 

 

3. I tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli!

Come ti dicevo, da adolescente mi è nata la passione per il rock e da lì a mettere in piedi un gruppo con gli amici il passo è stato breve. Ho cantato in un paio di gruppi della florida scena rock di Catania a cavallo fra gli '80 e i '90, sono stati anni magnifici per la mia generazione, irripetibili, e in qualche modo abbiamo contribuito a cambiare il volto a questa città e sprovincializzarla di un bel po'.

 

 

4. Qual è il tuo genere musicale?

Mi piacciono molte cose. Adesso sono orientato su un pop elettroacustico molto fresco e solare.

 

 

5. Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?

Le mie influenze sono veramente numerose. Certamente quando compongo non sto lì a pensare a chi vorrei somigliare ma trovo di avere affinità con Bob Marley, Sting, Jack Johnson e tutta la scena del nuovo folk americano.. Ma anche Jarabe de Palo, Jovanotti, Cremonini, Fabi...

 

 

6. Cosa ne pensi dei Talent Show che stanno spopolando negli ultimi anni?

All'inizio li guardavo con curiosità. Ma adesso hanno praticamente monopolizzato la scena discografica, non mi piacciono. Anche perché, a tante belle voci che possono emergere da questi programmi  grazie alle cover, spesso vengono associate poi canzoni inedite assolutamente pietose.

 

 

7. Cos'è la musica per te?

Un modo per comunicare a livello ancestrale e universale. Il modo con cui una sequenza di suoni possa provocare una data emozione è mistico, ecco perché per me la musica è più importante del testo, che è nvece legato ad una comprensione razionale.

 

 

8. Progetti attuali o futuri?

Ho in cantiere la realizzazione della versione in spagnolo del mio primo album, Kokorozashi. E poi concerti, concerti, concerti.

 

 

9. Il cantante o cantautore che più ti piace (recente o del passato)?

Questa è una domanda da un milione di dollari, anche perché dipende molto dal momento che si sta vivendo. Attualmente mi sento molto legato ai primi album  di Brett Dennen, un cantautore californiano che probabilmente conoscerete, e all'ultimo album di John Mayer. E poi Sting, Jack Johnson...

 

 

10. Abbandoneresti l'Italia per vivere un'esperienza musicale all'estero?

Questa invece è una domanda facilissima. Vivere in Italia è molto complicato attualmente, specialmente per chi vuole vivere di musica. Altrove in Europa è totalmente diverso, quindi la risposta è sì, lo farei.