10 DOMANDE A..... OX

1. Quando hai sentito il bisogno di dedicarti alla musica?

Suono da una vita ormai, ma per cultura e ambiente sociale non ho mai pensato di dedicarmi alla musica nel senso stretto del termie. Solo di recente, negli ultimi anni, vuoi un po' per aver cambiato ambiente di vita ed essere venuto a vivere in una metropoli come Roma dove le possibilità si moltiplicano, sia per un cambio di forma mentis, ho inziato a covare il desiderio di dare vita al mio senso artistico. Dapprima con la fotografia e poi con la musica. Quindi si tratta più che altro di un processo evolutivo, che mi ha richiesto tempo e lotta intestina per andare a combattere fantasmi del passato.

2. Chi ti ha sostenuto nella tua scelta?

Poche le persone care ma tante le amicizie. E' buffo ma sono stati proprio gli amici, e non i parenti, a sostenermi in questa scelta. Per i posti da cui vengo, paese piccolo, vivere di musica è un po' come vivere un'utopia. Per la generazione dei miei genitori c'è ancora diffuso il concetto che artista ci nasci non puoi diventarlo. Il che in un certo verso ha anche il suo "senso"  ma se non hai nemmeno modo di far evolvere la pulsione che senti dentro è ovvio che potresti anche essere il Mozart della situazione ma resterai sempre il "Wolfagang de' noantri".  Ora che queste "barriere culturali" non le ho più, il mio sforzo è mirato a uscire dalla dimensione "de noantri" per diventare un personaggio più riconosciuto grazie alla mia arte. Ovvio con tutto il dovuto rispetto al buon Wolfagang! :)

3. I tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli!

Mah, ho ricordi sfumati di me che intorno ai 4 anni passavo le giornate a cantare. Ricordo bene invece come alle scuole medie, nell'ora di musica, mi venisse semplice trasportare una melodia che avevo in testa ai tasti della pianola. Così intorno a quegli anni presi qualche lezione di pianoforte ma non credo che fosse il mio strumento elitario. Così' la cosa finì lì sebbene oggi, ogni volta che metto le mani su un pianoforte, i suoi tasti mi vibrano sotto le dita

Dopo qualche anno ho voluto prendere lezioni di chitarra ma ahimé, per il ceto borghese, la chitarra elettrica non era contemplata, così feci due anni di chitarra classica. Che tutt'ora mi tornano utili, ma che di fatto mi hanno lasciato a livello chitarrista da spiaggia!

Ed è quello che sono diventato: un perfetto chitarrista da spiaggia! Repertorio di tutte le hit del momento più un bagaglio sconfinato di pezzi. All'epoca ero in grado di suonare per tre ore consecutive con parole ed accordi a memoria! Così mentre gli altri si imboscavano nelle tende io suonavo la serenata!
Poi appena stavo solo iniziavo ad improvvisare canzoni in una specie di inglese (che è tutt'ora quello che uso in fase compositiva) e così a poco a poco ho affinato la capacità di improvvisare direttamente sul giro di accordi.
Questo è quello che faccio ora. Se mi sento ispirato, prendo la chitarra, suono il primo accordo e da quello parto a comporre melodia e musica in parallelo.

Solo negli ultimi anni ho aggiunto l'arrangiamento, grazie anche alla tecnologia che ha notevolmente facilitato tutto il processo creativo. Ora infatti, una volta fatta la traccia base chitarra e voce, parto con l'arrangiamento degli altri strumenti.

4. Qual è il tuo genere musicale?

Mi sento prettamente e fortemente ROCK. Rock delle radici, un rock nell'anima. Del tipo che quando qualcuno mi associa al Pop, quasi mi stranisco. Ma poi mi rendo conto che le mie sonorità ed i miei contenuti lirici sono molto sul confine Pop/Rock. 

5. Quali artisti hanno inflenzato la tua scelta musicale?

Sono cresciuto ascoltando Queen, Dire Straits e Belinda Carlisle. Poi verso i 16 anni è arrivata la "malattia" Michael Jackson, e verso i 18 è arrivata l'ondata dell'Epic Metal e del rock più animale dei Gun's 'n Roses. Crescendo poi ho iniziato ad ascoltare davvero di tutto. Oggi posso definirmi un onnivoro musicale, spazio dalla musica classica al metal senza soluzione di continuità. Resto comunque allergico alla musica digitale (House, techno ecc...), tant'è che anche il suound degli anni '80 , fortemente contaminato dal suono dei primi strumenti  digitali, non mi riesce ad entrare nelle vene. Un'unica eccezione la faccio per il trip hop e la drum'n bass....e ovviamente il jazz, troppo complicato per le mie orecchie easy!

6. Cosa ne pensi dei Talent Show che stanno spopolando negli ultimi anni?

Mi sembrano un modo facile per evitare di impegnarsi a costruire il "sé" artistico. Non li demonizzo, anzi, fino a qualche anno fa ci passavo le serate a guardarli, ma nemmeno mi interessa partecipare anche perchè non concordo con i meccanismi che li muovono e dell'uso che fanno degli artisti. 
Sono fermo nell'idea che un lavoro costante e programmato oltre che pragmatico, siano l'unico modo per creare uno zoccolo duro vero di fans. Poi, magari ad un certo momento del percorso, una spintarella di visibilità data dalla partecipazione a qualche talent, di sicuro non guasta. Ma prima bisogna avere le spalle coperte da una certa credibilità. 
Lo vedo con alcuni artisti che conoscevo di persona: fatti i talent sono spariti. Io lavoro in televisione, dietro alle telecamere, e lo vedo chiaramente quello che fa la televisione: ti può portare all'apice in un giorno e il giorno stesso risbatterti a terra. E se non hai le gambe allenate alle cadute del percorso accidentale che porta al successo, lo schianto può davvero far male.
Quindi il mio consiglio è: lavora sodo, lavora costantemente, o come mi piace pensare, Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti.

7. Cos'è la musica per te?

La musica per me è l'aria che respiro....ahahah troppo usata questa frase! LA musica per me è l'espressione di tutto quello che faccio e che sono. Traduco in musica la mia rabbia ed il mio amore, il mio bisogno di essere ascoltato e il mio bisogno di dare. Al di là delle apparenze sono molto timido a causa della mia forte insicurezza. Temo il confronto con la gente, anzi temo il confronto in generale. La musica mi è stata di terapia e il far sentire le mie canzoni è stato un lavoro enorme che ho fatto su di me. Oggi non ho più paura di far sentire le mie canzoni, ma non mi chiedere di suonare una canzone mia ad una serata fra amici! Finirei per suonare di tutto tranne le mie canzoni!
Se non addirittura non suonare proprio! 

8. Progetti futuri?

Sto lavorando su un nuovo progetto dal titolo semi-provvisorio "Naked". Si tratta di un lavoro molto più evoluto rispetto all'album attuale.  Nel frattempo inizieremo la stagione concertistica promozionale di "When Things Come Easy" per la promozione dell'album, con un po'' di ritardo, ma...meglio tardi che mai no?

9. Il cantante o cantautore che più ti piace (recente o del passato)?

Sono molto legato a Mark Knopfler, dal quale prendo ispirazione nel cercare di trasportare il mio pubblico dentro le mie emozioni. Allo stesso tempo ho un forte senso di accomunamento con Francis Cabrel, cantautore francese, un poeta nella forma e nel contenuto. Solo di recente, spinto dal fatto che quasi tutti mi accomunano a Bruce Springsteen, ho iniziato ad ascoltare ed apprezzare anche il suo stile e le sue opere, e devo ammettere che mi ci ritrovo molto.

10. Abbandoneresti l'Italia per vivere un'esperienza musicale all'estero?

E' esattamente quello a cui punto. D'altronde scrivendo in inglese mi sento più rappresentato dal mercato estero. Ora il lavoro è quello di iniziare a far sentire la mia musica in Italia, quanto basta per poter arrivare alle orecchie del mercato straniero, per poi fare quindi il salto e promuovere la mia musica da fuori.